La battaglia delle bambine. Insieme contro la mafia

“La battaglia delle bambine. Insieme contro la mafia” (Mondadori, 2019) è una favola di Simona Dolce ambientata nella Palermo delle foto di Letizia Battaglia di inizio anni ’90. Scriverne è anche un modo per ricordare la grande fotografa siciliana scomparsa di recente.

In piena epoca di lotta contro la mafia, la trama prende spunto dall’omicidio dell’imprenditore Libero Grassi, reo di essersi ribellato al pizzo, nei primi giorni di Settembre del 1991. Come accennato è una favola con un lieto fine che vorrebbe disegnare una speranza di realtà, e che narra la storia di cinque bambine di estrazione sociale diversa che si ritrovano insieme a lottare contro il mostro, o il cancro, della mafia. Fra le strade calde, popolose e spesso degradate della Palermo di trent’anni fa si muovono le giovanissime protagoniste: Agnese la figlia maggiore di una dipendente proprio della Sigma di Libero Grassi, Marialuce dal carattere forte, che sogna di ballare con Freddie Mercury, ma di famiglia poverissima, Elda e Marina figlie di una coppia di sarti dalla rigida disciplina, e infine Aurora la “principessa” figlia del boss mafioso locale. Le bambine diventano quasi casualmente amiche dovendo fronteggiare una banda di giovanissimi maschi che spadroneggiano nel quartiere e che le bullizzano. Ma alla fine proprio dalla impensata alleanza fra le bambine e i ragazzini uscirà la vittoria contro la mafia locale.

Lo cinque protagoniste dalle storie di fantasia vengono plasmate a partire dalle foto e dai ritratti reali di Letizia Battaglia, che infatti vengono riportati in appendice al libro. È bello che quelle foto che spesso rappresentano situazioni di emarginazione sociale e culturale possano essere state il volano di un bellissimo riscatto. Come fa bene sognare che proprio da giovanissimi sorga una sete di rivolta, di ribellione contro un sistema opprimente.

La storia non ha toni pedagogici o moralistici, vuol solo essere ciò che è: un racconto di una Sicilia che può diventare altro da tanto immaginario. Oggi molto attuale in quella Palermo in cui i fantasmi del potere mafioso ridiventano minacciosi.

 


Recensione di Giusi D’Urso, nata a Torino il 25 Novembre 1967, laureata in Filosofia a Firenze, sta completando il percorso per l’iscrizione all’albo dei pubblicisti di Firenze. Da qualche anno si occupa di studi di genere. Appassionata di Scienza. Volontaria di Pax Christi Italia.