Strage di Nasiriya 2003

Dopo la seconda guerra del Golfo (2003) l’’Italia partecipa alla “rinascita” dell’Iraq attraverso la missione “Antica Babilonia” con forze armate dislocate a Nasiriyya, nel sud del Paese, sotto la guida inglese.Si tratta di un’operazione militare con finalità di
peacekeeping (mantenimento della pace) e di gestione della sicurezza sul territorio. Il 12 novembre 2003 un camion-cisterna pieno di esplosivo viene lanciato presso la base italiana “Maestrale” provocando l’esplosione del deposito di munizioni e la morte di 28 persone, 19 italiani e 9 iracheni e 58 feriti. Il Carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’ingresso della base , riesce ad uccidere i due attentatori suicidi, tant’è che il camion non esplode all’interno della caserma ma sul cancello di entrata, evitando così una strage di più ampie proporzioni. Dell’attentato sono ritenuti responsabili i militanti di al-Qaida. La strage causa molto sgomento in Italia, assieme all’espandersi dei movimenti pacifisti. La missione termina il 1 dicembre 2006.