Strage di Fiumicino 1973

Il 17 settembre 1973 un commando terrorista palestinese si diresse all’aeroporto di Roma verso un aereo della Pan Am e vi gettò all’interno due bombe al fosforo ferendo 32 passeggeri e uccidendone 30. Tra questi quattro italiani e un militare della Guardia di Finanza che aveva tentato di opporre resistenza. Si impadronirono poi di un aereo Lufthansa, facendovi salire alcuni ostaggi tra cui sei guardie di Pubblica Sicurezza e costringendo l’equipaggio, a decollare. Sull’aereo uccisero il tecnico della società Asa, Domenico Ippoliti, il cui corpo venne successivamente abbandonato sulla pista dell’aeroporto di Atene, dove l’aereo aveva fatto scalo. Molti aeroporti rifiutarono l’atterraggio; infine l’aereo si fermò all’aeroporto di Kuwait City. Il dirottamento terminò
nella tarda serata del giorno successivo al Kuwait International Airport dove vennero liberati gli ostaggi. I terroristi negoziarono la loro fuga ma vennero catturati poco tempo dopo. Il 27 dicembre 1985, sempre a Fiumicino, avvenne un’altra strage ad opera di terroristi Palestinesi, con 13 morti. I feriti furono oltre 100, mentre quattro furono i terroristi uccisi.